Raccolta Articoli C&TL
ATTUALITA' - Il mondo in cui viviamo
Attraverso questa nuova rubrica intendiamo affrontare argomenti, fatti, fenomeni e problematiche di
carattere generale, che hanno significativa rilevanza nel processo di trasformazione della società
moderna e che influiscono sui nostri costumi e incidono sul nostro quotidiano modo di vivere.
da C&TL -Anno 1 N. 2 Luglio 1996
INTERNET di Lina Bernardo
COS’E’ Internet è la più grande rete informatica del mondo, e per le reti le dimensioni contano parecchio, dato che più grandi sono più sono le informazioni che hanno da offrire. Una rete informatica è un collegamento telematico tra computer attraverso il quale ciascuno di essi può colloquiare in tempo reale con gli altri, può mettere a disposizione degli altri proprie basi dati e, al tempo stesso, ha la possibilità di accedere alle basi dati messe a disposizione dagli altri. In effetti Internet non è una rete vera e propria, ma la rete delle reti. Infatti esistono quelle grandi e tradizionali, come quelle costituite dai grossi colossi statunitensi come IBM, AT&T, Digital, ecc., e quelle più piccole come, ad esempio, quelle presenti nei nostri uffici e nelle nostre filiali. Internet altro non è che un insieme di molte reti che hanno adottato un determinato standard di comunicazione (TCP/IP).
A COSA SERVE ? La madre di tutte le reti è un enorme bacino di informazioni e gli utenti, dopo essersi assicurato l’accesso tramite un abbonamento con un fornitore di servizi Internet, hanno la possibilità di utilizzarle. Nessuno è in grado di dire quanto in realtà sia grande, dato che è un insieme di reti di computer di dimensioni limitate che lavorano separatamente. Oltre un milione di macchine sono collegate con Internet e vi sono milioni di utenti su ogni continente. Nel 1994 ogni dieci minuti una nuova rete di computer si è collegata con Internet e i paesi raggiunti fino ad allora erano 137. Il successo di Internet e il suo sviluppo è determinato principalmente da due fattori scatenanti: la disponibilità di componenti hardware a basso costo e i contenuti costi di comunicazione. Basti pensare che oggi al costo di un semplice scatto telefonico urbano, è possibile “navigare” in Internet pressochè illimitatamente.
LA STORIA Nel 1986 Internet era composta da 326 reti interconnesse tra loro, la maggior parte appartenenti a organizzazioni legate al Dipartimento della Difesa degli USA; solo 16 era fuori degli USA. Nel 1990 Internet arrivava a 1000 reti; nel 1992 a 5.000, nel 1993 a 20.000, oltre 30.000 nel 1994 per arrivare nel 1995 a circa 50.000. Internet nasce nel 1973 sotto il nome di ARPANet da un progetto di ricerca del Dipartimento della Difesa (DoD) degli Stati Uniti. La sua impostazione è anche la chiave del suo successo: fin dall’inizio viene intesa come rete delle reti. Alla fine degli anni 80 l’iniziale ossatura di Internet viene affiancata da diverse iniziative commerciali; e si scopre che molte società utilizzavano la rete per fini di lucro, contrariamente a come invece era negli intenti e nelle aspettative iniziali. Con il moltiplicarsi dell’offerta di servizi, nasce Internet come fenomeno commerciale, fino ad arrivare ai giorni nostri, quando più della metà delle reti interconnesse sono di tipo commerciale. Per quanto riguarda l’Europa, agli inizi del 1995, risultavano connessi in rete oltre 700.000 utenti in tutti i paesi europei, su un totale di più di 3 milioni di nodi nel mondo.
COME SI PUO’ UTILIZZARE I programmi di utilità di Internet vengono forniti attraverso un’ampia rete di servizi: wPosta elettronica (e-mail): è il servizio più ampiamente utilizzato. E’ possibile scambiare messaggi di posta elettronica con milioni di persone sparse in tutto il mondo. wConversazione on-line: è possibile colloquiare in tempo reale con altri utenti Internet. wCaricamento di informazioni: molti computer hanno file di informazioni che gli utenti possono scaricarsi sul proprio computer liberamente. Questi file possono essere per esempio i cataloghi delle biblioteche, immagini digitalizzate ed una enorme varietà di software, dai giochi ai sistemi operativi. wGiochi e pettegolezzi: un gioco chiamato MUD (Multi-User Dungeon) è in grado di assorbire parecchie ore della giornata con la possibilità di sfidare tutti i giocatori sparsi per il mondo. Internet Relay Chat (IRC) è invece una party line attraverso la quale è possibile avere conversazioni con altri utenti.
QUALCHE AVVERTENZA La sicurezza di Internet è un problema molto importante e spesso dibattuto. Si possono citare qui di seguito i maggiori pericoli cui va incontro l’utente Internet: -l’impossibilità di verificare l’identità di un soggetto fornitore di informazioni; -l’integrazione in Internet di reti aziendali gestite senza controllo di sicurezza; -l’utilizzo di programmi per applicazioni di reti che non sono stati progettati in modo rigoroso.
COSA OCCORRE (per collegarsi a INTERNET) Di un buon Personal Computer con tanta memoria sia Ram che su hard-disk, di una linea telefonica e di un Modem possibilmente veloce. Cos’è un Modem? E’ un dispositivo che consente la trasmissione/ricezione dei dati attraverso la linea telefonica. La sua funzione è quella di convertire (Modulare) i dati digitati che provengono dal computer, a cui viene collegato localmente, in segnali analogici, adatti ad essere trasmessi sulle normali linee telefoniche e successivamente effettuare la trasmissione inversa (DEModulare).
COME COLLEGARSI A Pistoia esistono già dei fornitori (provider) di sevizi Internet. Il modo migliore per conoscere ed approfondire il mondo Internet è utilizzarlo e farsi consigliare da altri utenti/amici.
|
da C&TL -Anno 1 N. 3 Settembre/Ottobre 1996
UNA TELEFONATA TI ALLUNGA LA VITA (ma non sai quanto la complica) di Guido Sardi Caro vecchio foglio di carta appena sgualcito o macchiato di inchiostro. Quante frasi nascoste tra una riga e l’altra o messaggi d’amore scritti sotto il francobollo. La carta delicatamente profumata per dare all’innamorato il segnale che aspettava. E dopo averla riposta con cura nelle mani del portalettere stare in ansia nella speranza che presto arrivi una risposta. Non sono poi passati tanti anni e già tutto questo è passato remoto: forse nessuno avrebbe potuto immaginare che in così poco tempo sarebbe interamente cambiato il sistema di comunicazione. Basta comporre solo pochi numeri e puoi comunicare con la parte opposta del pianeta. In pochissimo tempo la tecnologia e l’elettronica hanno fatto passi da gigante e si sono mossi con una velocità tale che anche il mercato ha avuto difficoltà a sostenere tale ritmo. Il telefono usuale ha lasciato il posto ad apparecchi sempre più sofisticati, contenendo la propria elettronica in strutture sempre più piccole. Non più cavi e fili elettrici: grazie alla trasmissione delle onde possiamo tranquillamente ricevere e trasmettere da qualsiasi luogo solo con un piccolo apparecchio portatile. E’ utile ed indispensabile a chi lo utilizza per il proprio lavoro e dovrebbe aiutare a risolvere situazioni in tempo reale a km. e km. di distanza. Permette di comunicare e concludere affari in ogni posto della terra. Per molti, però, è stato ed è tuttora solo uno status symbol, specialmente tra i giovani faceva moda, dava sicurezza e creava intorno a sé attenzione da parte degli altri. Lasciare intravedere la piccola antennina spuntare dalla tasca posteriore dei pantaloni e magari se squillava, quando ti trovavi in luoghi pubblici o tra amici, era veramente il massimo. Questo piccolo strumento ha veramente condizionato, in qualche modo, la vita di tutti i giorni e, mentre qualche anno fa era solo per “i pochi”, oggi è veramente alla portata di tutti. Offerte, convenzioni particolari, regali, agevolazioni di ogni tipo e continui spot pubblicitari tentano continuamente il povero probabile “utente”, anche quello più scettico, ad effettuare il tanto declamato acquisto. Ma una volta presa la fatidica decisione altri dubbi, e questa volta di tipo tecnico, si affacciano prepotentemente: Telecom o Omnitel ? Contratto family o Business ? Sistema G.S.M. o E-TACS ? Si riesce veramente a comunicare a km. e km. di distanza ? Quale dei due offre maggiore garanzia di segnale ? Per quanto riguarda la copertura di segnale, possiamo dire che al momento Telecom copre il 62% del territorio nazionale mentre Omnitel è al 52% e conta entro la fine dell’anno di raggiungere il 60%. Nonostante questi dati, non tutto funziona proprio come ti fanno credere e quando sei diventato “utente” te ne accorgi a tue spese. La Telecom sta spingendo fortemente affinché i nuovi abbonati scelgano il sistema G.S.M., poiché il sistema E-TACS ha raggiunto un serbatoio di utenza tale che la rete analogica viene messa seriamente in crisi. Comunque anche quella digitale (G.S.M.), nonostante sia più raffinata dal punto di vista tecnologico, mostra seri segnali di esaurimento. In particolare modo quando scattano le fatidiche 20:30, ora dopo la quale inizia la tariffa ridotta per le utenze Family (che sono la bellezza di due milioni e seicentomila su quattro milioni e seicentomila di telefonini ), il sistema va in tilt e le possibilità di ricezione sono ridotte praticamente al minimo. E se ciò non bastasse si scatenano anche gli utenti Omnitel riversandosi sulla rete digitale Telecom, là dove non è prevista una rete propria. I telefonini fanno il così detto ROAMING, cioè utilizzano la rete T.I.M. per potere offrire la copertura necessaria ai propri utenti. I problemi ci sono ed anche abbastanza evidenti, però Telecom ed Omnitel ci invitano a stare tranquilli poiché i progetti e gli stanziamenti per migliorare ed ampliare il servizio sono in atto. Comunque il dato certo è che per il momento molto spesso quando hai necessità del telefonino non lo puoi usare. E ancora un altro piccolissimo dubbio a cui nessuno sembra dare molta importanza : è veramente innocuo alla salute? Il medico risponde: “Si tratta di una questione complessa che richiederebbe una trattazione ampia e ricca di tecnicismo che esulerebbe dagli scopi di questo scritto. Cercherò, pertanto, di essere sintetico. La terra è circondata da uno strato di gas alto circa mille km. dove, nella sua porzione inferiore, la troposfera, sono presenti elementi, quali l’ossigeno, indispensabili per la vita dell’uomo. L’ossigeno non è però il solo elemento ambientale indispensabile alla vita delle cellule. Oggi sappiamo che le attività biochimiche endocellulari nonché la trasmissione di segnali fra cellula e cellula sono regolate da onde elettromagnetiche provenienti dalla terra, dal sole, dal cosmo. Queste onde elettromagnetiche, così importanti per il buon funzionamento delle cellule, vengono alterate, per un fenomeno fisico detto interferenza frequenziale, dal cosiddetto elettrosmog. L’elettrosmog è l’inquinamento elettromagnetico prodotto da apparecchi TV, video giochi, video terminali, computers, apparecchi radio, ricetrasmittenti, motori elettrici, cavi elettrici e linee di alta tensione, elettrodomestici (ferro da stiro, phon, aspirapolvere, forni, frigoriferi, piastre). Anche il telefonino, con le sue emissioni di frequenze elettromagnetiche ad alte frequenze, concorre in modo sensibile ad aumentare l’entità dell’elettrosmog. Indagini effettuate da numerosi scienziati hanno dimostrato che l’uso continuato del telefono cellulare per oltre sei minuti produce, nella zona corrispondente dell’orecchio interno e del tessuto celebrale circostante, un aumento di temperatura di 1.5°C. Le zone che risentono di più di un eventuale rialzo termico sono quelle meno irrorate (una delle funzioni del sistema circolatorio è quella di favorire la stabilità termica dei tessuti ). Il cristallino, per esempio, può perdere la sua trasparenza andando incontro a cataratta precoce, con riduzione della quantità di luce che filtra e, quindi, della capacità visiva. Il telefonino, come del resto altri apparecchi che emettono onde elettromagnetiche, necessita di un uso che non diventi abuso: occorre ridurre la durata ed il numero delle telefonate compiute con esso, al fine di ridurre i rischi per la salute. Per concludere io credo che non sempre una telefonata allunga la vita ed è sempre raccomandabile avere con sé una tesserina telefonica.
|
da C&TL Anno 2 N. 1 - Gennaio/Febbraio 1997 IL MISTERO DEGLI U.F.O. - (detti anche ‘Dischi Volanti’) di Pietro Privitera Parlare di U.F.O. sicuramente ravviverà in qualche lettore quel senso di scetticismo oppure di passione, a seconda della parte a cui appartiene, che questo argomento può suscitare. Da ormai cinquant’anni i Dischi Volanti hanno travolto e continuano a travolgere milioni e milioni di persone in tutto il mondo e fiumi di inchiostro sono stati versati e continuano a scorrere su questo argomento che forse più di qualsiasi altro è sempre attuale e affascinante. E’ soprattutto la sete di conoscenza e la curiosità, doti che caratterizzano la natura umana, che spingono alla ricerca di dati che possano confermare l’esistenza degli Extraterrestri. Come fenomeno di massa il boom dei ‘Dischi Volanti’ è scoppiato il 24 giungo 1947, quando un pilota dell’aviazione civile statunitense, Kenneth Arnold, abbandonò un volo di ricerca e soccorso di un velivolo precipitato e tornò a terra raccontando di essere stato raggiunto e sorpassato da una squadriglia di ben nove Dischi Volanti. Questa ‘fantastica’ notizia fece immediatamente il giro del mondo, scatenando in milioni di persone il dubbio dell’esistenza o meno di altre forme di vita intelligente nell’Universo. Che i tempi erano maturi per l’apertura di questo argomento lo si può rilevare anche dal panico che Orson Welles, radiocronista di una emittente radio di New York, scatenò nel 1938 tra i suoi concittadini con la falsa radiocronaca in diretta dell’invasione della sua città da parte di orripilanti extraterrestri. Nella storia scritta da più di cinquemila anni e giunta fino a noi, si trovano molti riferimenti a strani e luccicanti ‘oggetti volanti’, e molte descrizioni di inspiegabili avvistamenti. Nel 1952 a Palenque nella regione dello Yucatan, Messico, fu scoperta una piramide al cui interno fu rinvenuto un sarcofago risalente al periodo Maya, circa millecinquecento anni prima dell’avvento di Cristo, la cui lastra raffigura l’immagine di un’astronave, con a bordo un pilota, vestito secondo i costumi Maya, intento a maneggiare qualcosa di simile ai moderni comandi di volo, e con delle fiamme che escono posteriormente da qualcosa di simile ai moderni ugelli di scarico dei motori a reazione. In Giappone sono state ritrovate tre statuette, risalenti a circa mille anni a.C., che raffigurano ‘uomini’ vestiti con strani scafandri molto somiglianti a tute spaziali. Nella Bibbia, Libro Sacro per eccellenza e riconosciuto improntato sulla realtà, ci sono descrizioni di fenomeni strani e associati a ‘oggetti volanti’ mai visti. Nel libro del profeta Ezechiele, ad esempio, si ha la descrizione dettagliata del ‘Trono del Signore’ un ‘grande carro’ che con ‘gran tremore’ e ‘gran vento’ e ‘fuoco e fiamme’ che escono dal mezzo di ‘quattro enormi ruote’ orizzontali, atterra vicino a Gerusalemme, e ne escono addirittura ben sei ‘angeli’. Altre descrizioni forse meno dettagliate si trovano ancora nel libro della Genesi’ sia nella ‘Assunzione di Enoc al Cielo’ sia nella ‘Distruzione di Sodoma e Gomorra’. Bisogna ricordare che a quell’epoca, così come si evince da tutta la letteratura, la fantasia rispecchiava una realtà che era improntata su una vita contadina e pastorale e quindi non andava al di là di descrizioni di creature, sì mostruose, ma pur sempre riferite ad animali e ad oggetti terreni. Anche negli scritti latini si narra di ‘vortici luminosi’, di ‘carri forniti di ali’ o di ‘macchine volanti a forma di fuso’. Plinio il vecchio narra di ‘scudi rotondi ed ardenti’ che attraversano il cielo di Roma nel 77 a.C. La serie di avvistamenti prosegue attraverso tutto l’arco di storia che giunge fino ad oggi. Per una analisi oggettiva bisogna tenere presente che fino all’inizio di questo secolo non esisteva alcuna macchina volante e che quindi tali documenti debbono essere vagliati e analizzati con parametri differenti rispetto a quelli di oggi. Sta di fatto che gli avvistamenti in tutto il mondo aumentarono vertiginosamente da quel 24 giungo del 47, spaccando la società in due grossi partiti: gli ufologisti e gli scettici. All’interno della prima branca si andava, e lo è tuttora, da coloro che credono ma stanno più attaccati alla realtà, agli esaltati. Numerose associazioni ufologiste vennero fondate, ciascuna delle quali ebbe centinaia di adepti. I mass-media, alla continua ricerca dello scoop, davano enorme spazio a qualsiasi notizia riguardante il fenomeno. L’editoria si scatenò invadendo il mercato con racconti passati per veri (ma totalmente assurdi) di incontri e di amicizie con esseri provenienti o da Marte o da Venere, di fatti inventati di sana pianta e descritti con la più fervida fantasia. In questo gran marasma si fecero largo anche i più avvenenti imbroglioni e truffatori che con gran naturalezza cercarono la loro fortuna in barba ai creduloni: alcuni volevano solo fama e pubblicità altri soddisfare il vecchio desiderio di accumulare facili fortune con poca fatica. Anche la psicologia fu coinvolta a conferma di come questo fenomeno di massa toccò la società del tempo: numerosi individui dovettero ricorrervi per essere analizzati e curati. Molto semplicisticamente tutto si riconduceva a due tesi principali: l’arrivo dei Dischi Volanti poteva significare, in positivo, la fine di ogni sofferenza e di ogni guerra, o in negativo, l’apocalisse e quindi la fine dell’umanità. Numerose furono anche le sette religiose che nacquero un po' dovunque professando essenzialmente le due tesi suddette. Per sottolineare che il fenomeno non tralasciò nessun argomento basti pensare alla musica e dai testi di alcune canzoni: un esempio può essere dato dalle parole di una canzone che Eugenio Fiandra cantava proprio in quel periodo (‘Extraterrestre’). Dall’inizio degli anni ‘70 il fenomeno, spinto anche dall’entusiasmo per aver mosso i primi passi nello spazio, si estese anche al cinema e alla televisione. Ebbero inizio un’infinità di produzioni di serial e di films fantascientifici. Tra i più famosi di quell’epoca ricordiamo la saga di ‘Star Trek’, che narra delle avventure dell’Astronave Enterprise e del suo equipaggio alla ricerca di nuovi Pianeti e di nuove forme di vita, e quella di ‘Spazio 1999’, dove si cerca di salvare la Terra dall’invasione di malvagi Extraterrestri, e quella di ‘Guerre stellari’. Il filone si dimostrò attuale anche negli anni ‘80 di cui si può ricordare il seguitissimo serial ‘Visitors’ o films come ‘E.T.’ e come ‘Incontri ravvicinati del terzo tipo’, e continua ad essere tuttora, vedi il recentissimo successo del serial ‘X-Files’ o del film ‘Indipendence day’. In questi ultimi si ha una visione, sicuramente romanzata, dell’impegno che più o meno tutti i governi hanno dedicato alla risoluzione del mistero dei Dischi Volanti, attraverso il lavoro di appositi dipartimenti fondati apposta fin dagli ultimi anni ‘40. Fu proprio il fenomeno di massa a costringere le varie Nazioni a creare questi dipartimenti segreti, che normalmente dipendenti dalla Forza Aeronautica Militare, composti da tecnici specializzati ed attrezzati in modo adeguato, con il compito di analizzare e spiegare scientificamente tutta la documentazione relativa all’argomento, dalle semplici foto fino ai rilevamenti radar. Da quello che è stato reso pubblico in tutti questi anni risulta che circa l’80% delle foto e delle riprese cinematografiche sono il risultato di trucchi e di effetti speciali che vanno dal banale piatto lanciato in aria ai sofisticati modellini mossi dai congegni più fantasiosi, dalle sovrapposizioni d’immagine a veri e propri lavori fatti in camera oscura; un altro 19% è stato ricondotto a spiegazioni di fenomeni fisici o naturali. Solo l’uno per cento dei casi non ha avuto una spiegazione logica. Alcuni astrofisici, interpellati per dare una risposta valida a questo un per cento di casi, hanno concretizzato le loro risposte in quattro teorie che riportiamo sinteticamente qui di seguito: -gli avvistamenti possono essere il frutto di allucinazioni collettive; -possono essere fenomeni di natura fisica, di cui ancora non se ne conosce l’origine; -possono essere velivoli militari segreti, anche di altre Nazioni; -oppure possono essere veri ‘Dischi Volanti’. Quest’ultima soluzione trova riscontro nel fatto che se consideriamo l’immensità dell’Universo allora è molto probabile che possano esistere altri mondi simili al nostro, in cui si possono essere sviluppate delle condizioni generali simili a quelle che ci sono sulla Terra, che abbiano dato la possibilità a qualche forma di vita di svilupparsi. Sicuramente questa ipotesi ha un’alta percentuale di probabilità che si sia verificata, almeno se intendiamo questa forma di vita simile ad una che si è sviluppata sulla Terra. Ma è pur vero che bisogna tenere conto di altre limitazioni. L’evoluzione sul nostro pianeta ha subito nel corso di milioni di anni tante e tali trasformazioni che secondo alcuni scienziati bisogna ritenersi fortunati se adesso esista l’uomo, un essere dotato di un’elevata intelligenza che gli ha permesso di predominare sulla Terra. Altrettanto deve essere successo anche in quegli altri pianeti simili al nostro perché non basta che ci sia una forma di vita ma è importante che sia una forma intelligente. Altra limitazione è la questione temporale. Non è detto che queste ipotetiche forme di vita intelligenti si siano evolute contemporaneamente alla nostra, dato che non si sa se l’universo si nato tutto allo stesso tempo. Eppure ammesso che ci sia anche la contemporaneità, questi Extraterrestri dovrebbero aver sviluppato una tecnologia in grado di poterli far spostare attraverso l’universo in maniera molto veloce. Per fare un esempio basti pensare che per raggiungere il sistema solare di Proxima Centauri, che è il più vicino al nostro, occorrono circa 4,7 anni alla velocità della luce o ben 170.000 anni alla più moderna navetta spaziale. Senza parlare poi delle conseguenze fisiche dell’organismo di un uomo lanciato nello spazio per così tanto tempo. Senza dubbio gli anni ‘60 e ‘70 sono stati all’insegna di una certa euforia che coinvolse non poco la società; dagli anni ‘80 in poi così come accade a tutte le mode, c’è stato un ridimensionamento del fenomeno dovuto soprattutto al fatto che in tutti questi anni niente di concreto si è materializzato e che nessuna prova tangibile è stata prodotta a dimostrazione dell’esistenza dei Dischi Volanti, a tutto vantaggio di quel partito di scettici che rimangono sempre più convinti della loro tesi. Dunque il mistero rimane ed è tuttora attuale. La curiosità di milioni e milioni di persone è destinata a restare tale per chissà quanto tempo almeno finche qualche Disco Volante non si deciderà ad atterrare e a farsi vedere concretamente.
|
da C&TL Anno 2 N. 2 - Marzo/Aprile 1997 UNO...DUE...TRE........ e la maschera è caduta di Alessandro Barbarani Un mese fa, in una bella mattinata di inizio primavera, un ragazzo di 16 anni si è sparato alla testa nella sua aula del Liceo Scientifico di Montecatini. E’ passato un mese, ma il pensiero di quel gesto pesa ancora come un macigno dentro di me. Ho ancora vivo il ricordo della telefonata con la quale mia moglie, tra le lacrime, mi comunicava l’accaduto. Quel ragazzo era un compagno di scuola delle mie figlie e quella maledetta mattina una di loro lo ha visto disteso al suolo in un lago di sangue. Come sempre in questi casi ci si immedesima nelle situazioni. Dopo le prime egoistiche preoccupazioni per i miei cari, il pensiero è andato ai genitori del ragazzo. Ho pensato con angoscia al momento in cui qualcuno li avrebbe avvertiti, a quell’attimo che avrebbe segnato per loro l’inizio di un dramma senza fine. E poi, come tutti, ho iniziato a chiedermi: perche? Come si può arrivare a tanto? Non mi stupisce che cose come questa possano accadere. Le cronache di ogni giorno sono piene di questi avvenimenti: disoccupati che si uccidono, pensionati che si danno fuoco, giovani disadattati che preferiscono darsi la morte pur di affrontare le incertezze del futuro. Quello che mi stupisce è che un ragazzo normale, senza apparenti problemi, un “leader” come lo hanno definito gli amici abbia potuto giungere a tanto e con tanta premeditazione e ponderazione. Cosa può spingere un giovane così, stereotipo del ragazzo del 2000, ad un gesto che conduce al niente, alla fine di tutto? E’ passato un mese e ancora non sono riuscito a trovare una spiegazione. Fiumi di parole sono stati scritti e detti sull’accaduto. Esperti e luminari si sono sbizzarriti su giornali, radio, televisioni, pulpiti e cattedre nell’analizzare, giudicare, sentenziare, colpevolizzare. Ma io ancora non ho capito. Lo stesso messaggio lasciato dal ragazzo non contribuisce a far luce dentro di me. L’aspetto più inquietante è che nessuno si è accorto del suo vero stato d’animo, che nessuno ha capito che il suo atteggiamento dissacrante, la sua goliardia, il suo ridere e scherzare era soltanto una facciata e che ben altri erano i sentimenti che vi stavano dietro. E invece in un attimo, uno... due... e tre.., un colpo di pistola e la sua maschera è volata via. Quella maschera che ognuno di noi indossa per presentarsi agli altri, anche alle persone più intime, è sempre più spessa e impenetrabile. Una maschera dietro la quale si annidano le nostre incertezze, insicurezze e frustrazioni, che nessuno deve conoscere, che sono sintomo di debolezza, che in una “società dei forti” non possiamo permetterci di far trasparire. In un mondo di eccellenza dove viene ammirato il più forte, il più bravo, il più bello, il più ricco, il più coraggioso, il più sano, il più educato, il più maturo, il più equilibrato non c’è spazio per debolezze e incertezze. Nemmeno tra i giovani. Ma nessuno è tanto perfetto. Ed ecco allora la maschera. E quando non si riesce più a coprire, a mascherare, arriva il gesto estremo che può essere un colpo di pistola, o il lancio di sassi dal cavalcavia, o un buco in un braccio, o la fuga da casa. Un atto di ribellione e di liberazione. La nostra società è come una grande festa di carnevale. Ognuno ha la sua maschera che cade soltanto alla fine dello spettacolo, dopo il limite estremo. E solo allora, con i ricordi, le nostalgie, i rimorsi, le recriminazioni e le fughe nel passato, riusciamo veramente a conoscere, a vedere e a valutare coloro che ci sono stati vicino per tanto tempo. Non condivido il pensiero di chi afferma che oggi c’è una frattura sempre più netta tra giovani e adulti, una barriera sempre più marcata. Penso al contrario che oggi come non mai giovani e adulti si assomigliano, che non sono stati mai così vicini nel modo di vedere e di pensare. E forse è proprio questo il guaio. In mancanza di ideali e di grandi valori in cui credere (che hanno caratterizzato le nostre generazioni), per i giovani di oggi i punti di riferimento sono principalmente la famiglia e la scuola. E in sè questo non è un male, anzi. Solo che noi adulti ci immedesimiamo talmente bene nel ruolo che la società ci ha assegnato, da volere a tutti i costi inquadrare anche i nostri ragazzi in schemi che forse non sono adatti a loro. Già da piccoli li educhiamo secondo i canoni dei grandi, li avvezziamo a farsi largo, ad emergere, ad eccellere, a farsi “furbi”. Viene insegnato loro a vincere e ad imporsi sugli altri, non a lottare e a coesistere con il prossimo. Li costringiamo a mascherarsi ed a reprimere il bisogno naturale che tutti i giovani hanno di esprimersi per ciò che sono realmente senza il timore del giudizio di noi adulti. Dobbiamo invece prima di tutto capirli veramente, accettarli come sono con i loro pregi e le loro debolezze. Dobbiamo cercare con i nostri ragazzi un dialogo su basi nuove ed anche, perchè no, favorire quel conflitto sano che c’è sempre stato tra generazioni che si basa su scambio di idee, di pensieri e di opinioni e non solo su problemi materiali come lo scooter, il Barbour, i Roller-blade o il cellulare. Dobbiamo aiutarli a guardare ed affrontare il mondo non dall’alto ma dalla pari con gli altri. Ad avere rispetto per il prossimo e principalmente per se stessi. Ad amare i principi di giustizia, di onestà e di solidarietà. Approfittiamo della considerazione che i nostri ragazzi hanno di noi, genitori ed insegnanti, ed aiutiamoli a crescere ed a maturare in maniera corretta. E forse il modo migliore che abbiamo è quello di gettare noi per primi la maschera e mostrarci a loro per quello che veramente siamo con il nostro bagaglio di difetti e debolezze.
|
da C&TL Anno 2 N. 4 - Settembre/Ottobre 1997 L’UNIVERSITA’ DEL TEMPO LIBERO Nasce a Pistoia per iniziativa del Conservatorio di San Giovanni nel maggio del 1989 e subito si diversificò da altre iniziative analoghe per il modo con cui Enti ed Associazioni diversi seppero trovare la risposta ad una esigenza che da più parti veniva espressa. Enti o Associazioni diversi che hanno saputo trovare nell’idea dell’Università il momento unificante perché, come si legge nel programma che i Soci fondatori presentarono ai cittadini: “... Essa è destinata alle persone adulte che desiderano arricchire il proprio patrimonio culturale attraverso conoscenze ed esperienze pratiche specificamente finalizzate al miglioramento della qualità della vita e della permanente integrazione sociale”. L’Università è l’esempio di come si sia potuto, superando anche opposte idee politiche, offrire alla città di Pistoia un servizio attraverso il quale tanti trovano il conforto di qualche ora da trascorrere serenamente insieme ad altri apprendendo o approfondendo cose interessanti. L’attività, ebbe inizio nel gennaio 1990 con quattro corsi per complessivi 130 iscritti utilizzando un’aula del Conservatorio di San Giovanni e le prime attrezzature didattiche (lavagna luminosa, proiettore per diapositive e relativo schermo) che furono donate dal Movimento Cristiano Lavoratori di Pistoia. Ben presto però fu necessaria una sede più grande e la soluzione ideale fu trovata grazie alla generosa disponibilità della Casa dell’Anziano che mise a disposizione dell’Università una grande aula oltre ad un locale ad uso di Segreteria. In questa, che ancora oggi è la nostra sede, abbiamo trascorso gli anni recenti che hanno visto la nostra continua crescita fino ad arrivare ad oggi con quattordici corsi attivati e quasi mille iscritti. Anche le dotazioni didattiche si sono arricchite fino ad arrivare ad una situazione pressoché ottimale, ma in particolare occorre sottolineare la qualità e la disponibilità di Docenti veramente bravi e preparati. L’Università si finanzia attraverso il contributo di alcuni Soci (circa il 15% del bilancio annuale) ma in particolare con le quote di iscrizione versate dagli iscritti che coprono il rimanente 85%. Tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Tecnico Scientifico, e gli addetti alla Segreteria ed alla gestione delle apparecchiature audiovisive, prestano la loro opera volontariamente e gratuitamente. I SOCI DELL’UNIVERSITA’ Ente promotore e fondatore: Conservatorio di San Giovanni Soci Fondatori: Comune di Pistoia, Provincia di Pistoia, Curia Vescovile, Provveditorato agli Studi di Pistoia, USL3, Ente Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Distretto Scolastico n. 8, Sindacato Pensionati CISL. Soci successivi: Casa dell’Anziano, MCL, Sindacato Pensionati CGIL, Conf-Commercio-Fenacom, Centro Donati, Pensionati FNA. L’ANNO SCORSO IN CIFRE Corsi attivati: 13 Iscritti complessivi: 965 Lezioni programmate 122 Lezioni svolte: 128 Media iscritti per corso: 74 Presenza media alle lezioni: 69 Presenze complessive: 8.832 Ore di lezioni: 15455 Attività integrative: Gite realizzate 10 - Presenze alle gite 468 - Spettacoli al Teatro Manzoni 8 - Presenze al Teatro Manzoni 412 - Spettacoli al Comunale di Firenze 7 - Presenze al Comunale di Firenze 430. I PROGRAMMI PER L’ANNO ACCADEMICO 1996/1997 : Letteratura: Le figure femminili nella Letteratura italiana - Lettura di alcuni canti di Dante - Presentazione di alcuni Poeti italiani del ‘900 - Letteratura e Cinema. Filosofia: La storia della Filosofia Storia: L’influenza delle grandi scoperte geografiche sulla Storia. Musica: Le grandi opere di Verdi . Le grandi sinfonie dell’80. Matematica: Dalla storia della Matematica: Personaggi in primo piano. Astronomia: La storia dell’Universo dalle origini al lontano futuro. Le Grandi Religioni: Introduzione all’Ebraismo - Le origini del Cristianesimo - Le sette religiose. Storia dell’Arte: Evoluzione storico urbanistica - Emergenze Architettoniche. Scultoree, pittoriche a Pistoia fra il XVII ed il XX Secolo. Biomedico: Le principali malattie della terza età: cause e rimedi. Tessitura di Arazzi: Partendo dai primi rudimenti di questa antica arte il corso si propone di arrivare fino alla ideazione e costruzione di un piccolo manufatto originale da parte di tutti i partecipanti Teatro: Viene data la possibilità di assistere ad una serie di spettacoli teatrali e, nel pomeriggio successivo, gli artisti o i registi si confrontano sullo spettacolo e su altri temi con gli iscritti. Stage di Teatro: Lettura espressiva di testi poetici, di prosa e di teatro. Si conclude con un saggio finale. Alle attività didattiche se ne affiancano altre di socializzazione e di svago ma sempre con sottofondo culturale come ad esempio la partecipazione a spettacoli al Teatro Comunale di Firenze: Opere, Balletti, Concerti, oppure Gite che in genere trovano il loro punto di riferimento nei programmi svolti nelle varie aree Per il prossimo anno, sulla base dei risultati emersi da un questionario diffuso tra tutti gli iscritti, saranno attivati nuovi corsi come: Psicologia - Greci, Etruschi e Romani, La storia di Pistoia, Fotografia, ed altri ancora perché l’interesse verso l’università ed i suoi programmi è molto alto. Giovanni BresCHI PRESIDENTE Università del Tempo Libero
|
da C&TL Anno 2 N. 5 - Novembre/Dicembre 1997 Natale 1997 di Piero Pierattini. Arriva il Natale!!! E’ una grande festa per tutto il mondo cristiano. Si ricorda Dio che si è fatto uomo, la nascita di Gesù nato da una semplice famiglia di Nazareth , l’inizio di un’era nuova per il mondo, la nascita di un essere che al tempo stesso è uomo e Dio. Mi ricordo l’ultimo Natale, quello 1996: una città diversa, piena di luci, piena di gente che per l’occasione è uscita dal proprio guscio, dalle mura di casa. Ma cosa fa tutta questa gente a giro? Passa interi pomeriggi per la città a cercare dei regali di Natale per i bambini e le persone care. Si percepisce in tutti quella fretta un po’ nervosa che contraddistingue l’avvicinarsi delle festività. Ci tocca anche quest’anno - si sente dire con espressione amareggiata sul viso - giuro che è l’ultima volta, l’anno prossimo parto il 23 e tanti saluti a tutti. Sembra che invece di una festa si stia per abbattere una catastrofe naturale! Si “devono” comprare i regali per quella noiosa della suocera, per quel nipotino che si conosce appena, per la cognata che si vede sempre e non si sopporta; invece di esserci gioia c’è un grande senso di costrizione. La festa del Natale, insomma, avendo perduto per i più il senso religioso, si è trasformata in una specie di piccolo inferno, una guerriglia di malumori familiari che si trascina ben più in là dell’Epifania. L’umore di fondo che pervade questi tempi è la scontentezza. Tutti sono scontenti di tutto e l’unico rimedio che si pone a questa scontentezza è la lamentela. Ci si lamenta del Natale e lamentandosi si corre a fare i regali, si comprano in fretta oggetti per lo più inutili e a volte anche costosi, oggetti che molto probabilmente diranno a chi li riceverà soltanto che la tradizione è stata rispettata. Ma fare un regalo è un’azione ben più complessa che correre in un negozio e arraffare alcune cose! Per trovare un oggetto per una persona cara bisogna perdere un bel po’ di tempo e sapersi aprire ai pensieri e alla sensibilità dell’altro. Cosa c’è di più triste infatti che scartare un pacchetto e trovarci dentro una cosa che non ci riguarda per niente? I regali non si valutano in termini di denaro, non si guarda se valgono una cifra anche irrisoria; importante è che abbiano un valore per la nostra vita e che testimonino l’affetto del donatore!!!Lamentarsi della schiavitù dei regali di Natale, è il segno evidente del nostro essere estremamente poveri di valori, ricchi di cose ma morti dentro. L’uomo moderno è come quei poveri alberelli che crescono, o meglio cercano di crescere, in quelle minime aiuole ricavate dai marciapiedi delle strade, insufficienti a far respirare la pianta. Sono alberi che non vivono, si sforzano di sopravvivere. Le macchine ed i motorini con lo scappamento aperto sfrecciano intorno, il loro tronco è spesso un punto di appoggio dove scaricare i sacchetti dell’immondizia, la loro vita potenzialmente nobile è ridotta allo spettro di se stessa, il destino nel quale sono costretti a vivere non è il loro destino, il destino per il quale sono stato creati. E’ davvero molto diversa la condizione dell’uomo? Non credo. Più ci guardiamo intorno più vediamo esseri umani che hanno deviato dal loro destino, esseri umani senza radici e senza chioma, esseri umani scontenti di tutto, ma incapaci di ammettere che la prima e più grande scontentezza viene proprio da loro stessi.
|